Il Direttore Editoriale di DFM si presenta

“Non si chiede mai a un pittore quali pennelli usi o a uno scrittore che macchina per scrivere abbia […]. Quel che conta è l’idea, non la macchina fotografica”, diceva Man Ray e questa è un po’ la mia storia.

Ho sempre sentito forte l’esigenza di narrare, di raccontare ciò di cui ero testimone, a prescindere dai mezzi a mia disposizione. Per anni una penna ed un diario dai toni intimi; poi un vecchio pc ed uno stile romanzesco; poi la scuola di giornalismo: mezzi professionali e la conoscenza di tante tecniche espressive.

Per seguire il corso di fotografia, i miei mi regalarono una Nikon D5000, in occasione del mio compleanno, e a me parve di sbarcare sulla luna. Non avevo mai valicato le colonne d’Ercole di una compatta automatica e confrontarmi con fuochi, diaframmi, ISO e lenti fu per me una rivelazione: un nuovo linguaggio da sperimentare.

Certo: la scrittura è sempre rimasta la mia vocazione, alimentata per altro dalle esperienze a “La Repubblica” e a “Radio24”, ma poter raccontare una storia in un’immagine era, ai miei occhi, una possibilità straordinariamente affascinante.

Nonostante la tecnica piena di imperfezioni, l’avere un occhio attento e curioso mi ha portato a proseguire la strada e la mia propensione ad individuare le foto-racconto più significative ad essere promossa a web-editor del sito del “Tg1”, dove attualmente lavoro.

Nel 2012, una terribile alluvione devasta la Maremma ed io, romana di nascita ma toscana di adozione, decido di organizzare una mostra con l’intento di aiutare quei luoghi. Il progetto si trasforma e, con l’aiuto di professionisti del territorio, diventa altro e nasce un festival fotografico: ImagOrbetello. L’amministrazione comunale crede in noi, così come i prestigiosi ospiti che accettano i nostri inviti ed il pubblico che, ogni anno, cresce in numero e partecipazione. Per Imago sono la voce ed il volto: io racconto e ne conduco le serate e, ancora una volta, la mia esigenza di narrare si fa prepotente.

E’ grazie al festival che incontro “Discorsi Fotografici”: una realtà nuova e piena di entusiasmo; un gruppo di appassionati che si dedica con serietà ad un progetto editoriale. Autori e fotografi che mi chiedono di assumere il ruolo di Direttore Editoriale della testata. Ed io accetto perché son un’entusiasta, perché credo in loro e nel Magazine.

Verrebbe da chiedersi quale possa essere il mio apporto, dato che come fotografa sono scarsa e che, quanto ai contenuti tecnici, i componenti di D.F. son molto più preparati di me.

La risposta è semplice: conto di portare tutte le immagini che ho visto, i libri che ho letto, gli articoli che ho scritto. Tutta la musica che ho ascoltato e tutte le esperienza come giornalista, sceneggiatrice ed autrice che ho maturato.

Perché assumermi la responsabilità del giornale significa imparare da ciò che sarò chiamata a coordinare, perché leggere gli articoli che dovrò correggere lascerà qualcosa a me prima che al pubblico.

Perché so che gli autori degli articoli avranno bisogno di consigli professionali e che mi ricambieranno in accordo con le parole di Eugene Smith: “Non serve una grande profondità di campo se c’è un’importante profondità di sentimento”

 

Vanessa Quinto